La Psicologa Simona Delli Santi su: perché separarsi non è un gioco da ragazzi.

Torna a News

La Psicologa Simona Delli Santi su: perché separarsi non è un gioco da ragazzi.

Categoria: Notizie Studio Legale


La scelta di portare a termine un matrimonio è quasi certamente il frutto di dolorose e pensate riflessioni.
Qualunque siano le motivazioni che hanno innescato la crisi, la scelta di separarsi o divorziare comporta una
serie di azioni che si collegano a vissuti di dolore, frustrazione, incertezza e paura circa quanto avverrà. È
importante comprendere che sciogliere un legame matrimoniale non è come svolgere una singola azione, che
si conclude lì dove apponiamo la firma sugli appositi documenti. Separarsi è un vero e proprio processo, che
vede accanto all’allontanamento fisico dei membri della famiglia, anche un distaccamento psicologico,
complesso e duro da accettare quanto il primo.
La separazione e il divorzio sono dei veri e propri processi che comportano un’evoluzione delle relazioni
familiari su più fronti: quello coniugale, quello genitoriale, quello familiare (in senso ampio) e quello sociale.
Di fatti, i due coniugi si trovano inevitabilmente di fronte a molteplici difficoltà: quella di accettare la fine di
un rapporto condiviso e di rimanere “soli”, affrontare le spese legali derivanti dalla pratica di separazione o
divorzio, riformulare e dividere la proprietà di tutti i beni in comune, allontanarsi dalla famiglia acquisita o
riuscire a gestirne i rapporti, rivalutare le relazioni amicali in comune con l’ex partner, rivalutare la propria
figura di genitore, riuscire a presenziare e ad assentarsi nella vita dei propri figli senza invalidarne la salute
psicologica.
In ambito psicologico vi sono diversi modelli che illustrano le fasi del processo separativo, uno fra questi è il
modello di Bohannan (1973), di cui qui verrà illustrato l’adattamento di M. Togliatti e L.Lavadera (2002).
Il “momento” separativo viene descritto dagli autori come diviso nei sei stadi elencati di seguito.

  1. Divorzio emotivo: una fase che include un tempo che va dal deterioramento della vita di coppia
    precedente alla decisione di separarsi. Questo periodo può essere, infatti, caratterizzato in primis
    dall’oscillazione tra momenti di aggressività e riappacificazione e/o cronicizzazione del conflitto
    (fase del ping pong), in secundis dal raggiungimento della consapevolezza che l’unione coniugale
    comporti più svantaggi che vantaggi (point of no-return coniugale).
  2. Divorzio legale: momento in cui si ricorre al sistema giuridico per ufficializzare la decisione presa e
    organizzare le questioni patrimoniali e l’affidamento dei minori.
  3. Divorzio economico: fase in cui si discutono le questioni relative alla suddivisione materiale dei beni
    e delle proprietà e all’ammontare dell’assegno di mantenimento al coniuge e ai figli.
  4. Divorzio genitoriale: fase particolarmente complessa, perché entrambi i genitori, pur non avendo la
    volontà emotiva di mantenere un rapporto tra ex coniugi, devono scendere a patti con la necessità di
    adempiere costruttivamente al ruolo genitoriale, confrontandosi tra loro e garantendo la presenza
    nella vita dei propri figli. Il divorzio genitoriale è strettamente connesso a quello economico, motivo
    per cui spesso diviene campo fertile per la nascita di conflitti dovuti a rancore e desiderio di
    vendetta, luogo, dunque, dove la gestione dei figli diventa l’ultima arma per ferirsi.
  5. Divorzio dalla comunità: questa fase descrive il vissuto di perdita delle relazioni amicali/familiari a
    cui vanno incontro entrambi gli ex coniugi nel momento in cui si separano (si pensi alla famiglia
    d’origine dell’ex, agli amici in comune, ecc.). Queste rotture potrebbero portare all’isolamento e alla
    solitudine, intensificando la percezione di difficoltà di un periodo già di per sé complesso.
  6. Divorzio psichico: indica una fase ricostruttiva del singolo, in cui la persona ritrova una propria
    progettualità individuale, fiducia nelle proprie capacità, distaccandosi dalla necessità di fare
    affidamento sul coniuge.
    Il non superamento o il blocco in una di queste fasi pregiudica il raggiungimento dello stadio successivo e
    può produrre malessere psicologico. I casi in cui si manifesta una cronicizzazione del conflitto tra ex partner
    potrebbero essere escamotage inconsapevoli per il mantenimento di un “legame disperante” con l’ex
    coniuge, legame che conserva viva la relazione in modo disfunzionale, non permettendo il raggiungimento
    del divorzio psichico, e comporta esasperazione e malessere nella vita propria e dei figli.

Bohannan P., Lasswell M.E. (a cura di), The sixth station of divorce. Marriage and family, Scott & C., Love
(Illinois), 1973
Fiz Pérez F.J., Cardarilli G., La mediazione familiare, un percorso per famiglie in crisi, casa editrice persiani,
2013

Condividi questo post

Torna a News

Ti serve una

Consulenza?

Contatta il nostro Studio Legale, scegli l'opzione che preferisci